Ciò che è facile o ciò che è giusto?

La prima Domenica di Quaresima ascoltiamo ogni anno quel passo del Vangelo in cui Gesù sperimenta sulla sua pelle le tentazioni.

Ci sono alcuni elementi che mi fanno pensare e che potrebbero aiutare anche te a riflettere.

Perché questo brano (Lc 4,1-13) non risulti estraneo alla tua giovane vita, devi chiederti qual è lo stato di salute della tua relazione con Dio. Devi essere onesto con te stesso e scegliere se vivere questo tempo come “un peso o come una possibilità per ripartire da chi sei ora, per scoprire chi sei chiamato ad essere” (clicca qui per leggere il post).

In effetti, solo a partire dalla nostra relazione con Dio – da non dare mai per scontata – si può capire cos’è una tentazione: se mi ricordo chi sono e chi sono chiamato ad essere, so anche riconoscere ciò che mi allontana dalla meta, ciò apparentemente potrebbe favorirmi e invece mi affossa.

Anche Gesù ha fame.

E noi, insieme a Lui, sappiamo che il nostro cuore sperimenta la fame di comunione vera con gli altri, di consapevolezza di noi stessi, di libertà autentica, di gioia vera e vorremmo gridare con tutte le nostre forze che ci siamo stancati di tanti surrogati perché “non sempre connessione è comunione, non sempre siamo messi nelle condizioni di capirci qualcosa della nostra vita” …

A lui, dopo quaranta giorni di digiuno, il diavolo (etimologicamente “il divisore”: ci divide da Dio, dagli altri e crea fratture in noi stessi) offre soluzioni facili come quella di trasformare delle pietre in pane.

Il diavolo/divisore invita Gesù e noi a scegliere ciò che è FACILE, distraendo il nostro cuore, i nostri pensieri e le nostre scelte da ciò che è GIUSTO.

Ci invita a vivere la vita SERVENDOCI (di Dio, degli altri, del creato) e non SERVENDO (custodendo il creato, prendendoci cura degli altri e mantenendo viva la nostra relazione con Dio), un po’ come farebbe Narciso il cui motto potrebbe essere “all around me”, tutto attorno a me.

Come un’ammaliante sirena che, mentre ti incanta con il suo dolce canto, ti conduce a schiantarti su qualche scoglio senza speranza – in maniera subdola come solo lui sa fare – il maligno con una mano sembra offrire il potere, mentre con l’altra toglie la libertà (“ti do tutto questo … a patto che adori me”, afferma). Il miraggio seducente – questa è la tentazione – alla fine si rivela per quello che è: buio assoluto in cui si rimane desolatamente soli.

Il Signore Gesù si affida alla Parola di Dio. E io, tu, a chi ci affideremo? Di chi ci fideremo nei momenti della fame?
Le tentazioni ci sono: ecco perché preghiamo “e non abbandonarci alla tentazione”! Come scrive Sant’Agostino, “Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato”. Il Signore ci ha insegnato a vincere perché … vincere si può, a patto di ricordarsi chi si è chi si è chiamati ad essere.

Non so tu, ma ecco perché io ho bisogno di pregare … per imparare a guardare la vita e le sue scelte con gli occhi di Dio, per riconoscere ogni giorno ciò che è giusto e … provare a farlo!

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