In ascolto della voce dello Spirito

Quaresima, passo dopo passo, attenti alla voce dello Spirito che parla al nostro cuore.

Pochi grammi di cenere sulla testa … non li senti neanche.
Eppure, se decidi di cogliere l’occasione di questa Quaresima, quella cenere inizi a sentirla sul cuore.
Forse perché è da un po’ che lo spazio sacro che è il tuo cuore cerca spiragli di luce vera. Sentirai quella cenere come un peso o come una possibilità per ripartire da chi sei ora per scoprire chi sei chiamato ad essere?

È esperienza di tanti … tra rabbie e delusioni, tra speranze disattese e problemi affrontati nella solitudine più nera, capita di accorgersi di essersi impantanati in uno stallo da cui non è facile uscire da soli. E quello stallo non è fuori di sé, ma dentro. Che fare, allora?

Questo tempo liturgico che ci porta a Pasqua può essere vissuto accogliendo l’invito del Signore Gesù nel Vangelo del mercoledì delle ceneri a fare della preghiera, del digiuno e dell’elemosina i punti fermi per il nostro cammino. Tutto questo vissuto nella ricerca di un incontro autentico con Dio e non il consenso degli altri: non di soli “like” vive l’uomo.

Preghiera, elemosina e digiuno rappresentano tre relazioni importanti per ciascuno di noi: con Dio, con gli altri e con le cose.

Nel tempo della gratificazione immediata (tutto e subito, tutto senza ostacoli, tutto senza Dio) sono ritenute parole scomode. Eppure, in fondo in fondo, ci si sta accorgendo che senza una dimensione spirituale che dia senso alle altre (fisica, sociale, ecc.), è l’umanità a impoverirsi sempre più.

Preghiera: Dio non ne ha bisogno, ma io sì che ne ho bisogno perché quando prego riprendo fiato e si aprono gli occhi del mio cuore. “Pur se andassi per una valle oscura non temo alcun male perché Tu sei CON ME” (Sal 22).

Digiuno: mettere a dieta la pancia – e la smania di “possesso” – per nutrire il cuore e riscoprire la gratitudine, riconoscere che non sono le “cose” che saziano il cuore e che neanche gli altri sono “cose” da usare.

Elemosina: “Dammi, Signore, un’ala di riserva” (don Tonino Bello). “Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro” (Mr.Rain).

In questo anno pastorale stiamo scoprendo che vale anche per la nostra comunità l’antico detto “Non conosci una persona fino a quando … non ci mangi insieme”.

In che senso? Quando una comunità cristiana si ritrova e “mangia” insieme? Tutti i momenti della vita della parrocchia (dal catechismo al Grest, dalla caritas ai vari momenti formativi), senza il fondamento e la solidità della comunione con il Signore e tra noi attorno all’Eucaristia nella celebrazione della domenica sono vuoti e non portano frutti duraturi di vita buona, evangelica. Siamo chiamati a compiere il passaggio (l’upgrade, suggeriscono i ragazzi) dall’andare in chiesa all’essere Chiesa.

Pronti a partire?

Anche nella vita di fede purtroppo ci si è abituati a pensare che tutto sia dovuto – partecipazione incostante, senso di appartenenza ai minimi storici, illogiche pretese, … – e a guardare la comunità parrocchiale solo dall’esterno come un distributore di servizi.

Capita di sentire ancora parlare anche della società come se essa fosse un’entità astratta, spesso guardata dall’esterno senza rendersi conto che nella società ci si è dentro e che magari quella stessa società non cresce anche perché manca il contributo di chi la giudica soltanto … È sempre molto più facile osservare da fuori e arroccarsi sulle proprie idee con la sottile presunzione di aver colto la complessità di una comunità certamente non perfetta, ma almeno in cammino. La sinodalità non è solo una parola, ma uno di stile di vita comunitaria.

Allora, se è vero che “Non conosci una persona fino a quando … non ci mangi insieme”, tocca a ciascuno accogliere l’invito interiore a sedersi a tavola con il Signore e la sua comunità. Oltre alla celebrazione eucaristica domenicale a cui un cristiano non può mancare, ci sarà la possibilità di riscoprire i fondamenti della nostra fede attraverso un percorso di undici settimane: si chiama “Corso Alpha”.

Per date e dettagli … restiamo sintonizzati. Come? Semplice … ci vediamo a Messa!

Iniziamo questo cammino passo dopo passo verso la Pasqua,
la festa di chi si ritrova
a vivere giornate in cui gli sembra di morire per l’ansia, la paura,
la fatica, la solitudine …
e si ritrova con stupore ad essere proprio come quel seme che,
solo quando scende nel buio della terra,
germoglia generando nuova vita e amore attorno a sé.
Come Gesù.

“Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio”.
(Isaia 58, 9-10)

Cerca su Instagram “La quaresima del colibrì”

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