21 dicembre: “meno luce fuori, più luce dentro”

Finezza del latino. L’invocazione mattutina O Oriens fa un certo effetto. Si è invitati a rivolgersi in direzione del sole che nasce. Pregare il Signore con quel nome nel giorno in cui – oggi è il solstizio d’inverno – ci sono meno ore di luce solare, aiuta indubbiamente a pensare di quale luce c’è bisogno nella propria vita e attorno a cosa ruotano le proprie giornate. Non mi dilungherò sulla gestione del tempo e sulla necessità di compiere delle scelte per non sciupare questo dono preziosissimo.

Fuori – di luce – ce n’è a sufficienza, sia naturale che artificiale. Ma dentro … dentro è tutta un’altra storia!

Per aprirsi alla luce dentro, occorre fare silenzio, accogliere la Parola e fidarsi di Dio per mettersi POI in movimento, in cammino verso gli altri (“se ti muovi prima, penserai di essere tu il protagonista. E così non è”).

Questo post finisce qui perché vorrei lasciarti scegliere di non chiudere questa pagina per pregare un attimo, vivendo una sorta di migrazione dall’online all’onLIFE.

Ascolta Dio che continua a dire anche oggi a me, a te e a tutti che

«Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse» (Is 9,1).

E poi prega con queste parole

O Astro che sorgi,

splendore della luce eterna,

sole di giustizia:

vieni,

illumina chi giace nelle tenebre

e nell’ombra di morte.

 

 

#Diosempreconnoi

 

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